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Per oltre trent'anni Giancarlo De Carlo ha viaggiato attraverso l'arcipelago greco visitando i suoi monumenti e soprattutto le sue pulsanti città, piene di vita e allegro disordine. In queste brevi vacanze che si concedeva negli stessi luoghi dov'era stato spedito giovanissimo come soldato, l'architetto milanese approfittava per riflettere non solo sul passato, ma anche per mettere a punto le strategie del suo presente grazie a incontri inaspettati come quelli con Georges Candilis o con semplici pescatori. Al contrario di Le Corbusier che d'estate si confinava da solo dentro un petit cabanon in Costa Azzurra, De Carlo viaggia con la propria famiglia sul Mediterraneo orientale secondo itinerari raminghi e sentieri erranti, dormendo spesso all'aperto. Ecco allora che i suoi appunti di viaggio stesi a Bassae, Olimpia o Cipro diventano all'improvviso pagine di diario ma anche aforismi architettonici e filosofici, frutto di una fertile inquietudine e di un'anarchica fantasia come testimoniano anche i disegni al tratto. La ricomparsa di questo libro inedito, lasciato pronto alle stampe dall'autore poco prima di morire, è dunque come un'apparizione di un amico dal polso fermo proprio quando pensavamo di averlo perduto per sempre, come nella celeberrima poesia del suo amico Vittorio Sereni: "ma ecco da dietro uno scoglio / sempre forte sui remi / spuntare in soccorso il Giancarlo. E ti sembra un miracolo". Prefazione di Stefano Boeri.